Durante tutti questi anni, il Quincho Barrilete non si è mai fermato anzi...
Quincho Barrilete ha ottenuto perfino il riconoscimento
della personalità giuridica anche se, d'altro canto, la musica
non è cambiata perché Quincho Barrilete continua ad essere
UN'ASSOCIAZIONE VOLONTARIATA,
che vive grazie alla collaborazione di educatori e psicologi volontari,
al contributi di privati (per lo più stranieri), e
agli aiuti di alcune ONG (ma anche gli ultimi aiuti stanno terminando!).
Padre Tonio Castro, un grande amico col quale lavoriamo da anni, parroco in un quartiere povero della capitale, è il Presidente fondatore (attualmente onorario) di questa associazione e la sua collaborazione, seria e precisa, ci sarà sicuramente indispensabile per la realizzazione del nostro progetto.
Accanto a lui lavora Consuelo Sanchez Guerra, una donna ferma e decisa, che guarda tutti i "suoi ninos" con gli occhi dolci di una mamma.
Bene, questi saranno i nostri più stretti collaboratori nella realizzazione del nostro bellissimo progetto.
Poco più in là, accoccolati su un marciapiede, a vendere sacchetti di acqua ai semafori, ad annusare tristemente la colla da un piccolo vasetto di vetro o a rovistare in un basurero (immondezzaio), più in la ci sono i ninos: quei bambini e quelle bambine che grazie al Quincho Barrilete cercheranno di ritrovare la loro infanzia, la loro gioia, la loro vita.
Adottare a distanza un bambina/o con tanto di nome e tanto di foto! Scrivere a questo bambino e ricevere i suoi saluti! Sarebbe stato sicuramente più facile. Indubbiamente più gratificante. Forse per qualcuno più appagante.
Ma ci pensate al triste effetto che avrebbe fatto ai tanti bambini di quel Centro che, ancora una volta, si sarebbero sentiti "non scelti" e "non voluti" nemmeno da un genitore adottivo a distanza?
La decisione di proporvi un programma di adozione a distanza "collettivo" è nata proprio dall'orrore che ci ha fatto pensare a quei bambini che, inevitabilmente, sarebbero rimasti esclusi da un normale programma di adozioni a distanza individuale.
Abbiamo così pensato a qualcosa di più dolce e più responsabile,
qualcosa forse anche più faticoso
(anche l'ego esige la sua parte, le sue gratificazioni… ),
qualcosa insomma che ci spingesse più in là
del nostro concetto d'amore così egoista ed esclusivo:
"questo è mio figlio", "questo è il mio bambino che ho adottato".
Più in là… Più in là c'è il mondo… Più in là ci sono i bambini…
che sono i bambini di tutto il mondo.
Il nostro amore allora trascende i confini della nostra famiglia e diventa grande.
E' un amore adulto, libero, disinteressato. Certo, abbiamo pensato a quanto sarebbe indubbiamente gratificante "esibire" con orgoglio la foto di un bimbo, proprio quel bimbo che abbiamo adottato. Ma, ancora una volta, si tratterebbe di un modo per nutrire il nostro ego personale, forse solo un pò più carino di altri assolutamente vuoti e insignificanti ma pur sempre di questo si tratterebbe.
Quello che vi proponiamo è invece qualcosa di indubbiamente meno gratificante ma di più responsabile e consapevole, qualcosa che vi porta ad adottare tutti i bambini di un Centro che cerca disperatamente di "recuperare" la scandalosa marea di bambini che vivono per le strade di Managua.
Allora, allora scegliamo un amore grande che includa tutti i bambini del mondo, così… così forse scopriremo qualcosa di nuovo in noi e i nostri figli riceveranno un enorme dono: impareranno che ci sono anche gli altri, che l'amore vero non conosce egoismo, che non sono ammessi confini e che il loro papà, la loro mamma e i loro fratelli, sono il mondo.